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VASANA E SANSKARA

    Insegnamenti di un Maestro indiano,
    Yogi Gyanander.

    VASANAS E SANSKARS

    I Vasanas sono desideri nascosti. 
    Nella mente umana ci sono vari livelli di desiderio. La fame è un desiderio, e in modo simile, ci sono altri desideri come il dormire, il desiderio di avere proprietà, possedere denaro, quello di avere un marito o una moglie, di avere bambini, amici e parenti, di essere amati e trattati con affetto. Questi sono tutti desideri. Ci sono desideri che si trovano ad un livello mentale più elevato; sono i semplici desideri comuni dei quali siamo consapevoli. Ma alla base ci sono desideri nascosti che a volte si manifestano direttamente o più frequentemente in modo indiretto; questi desideri nascosti sono i vasana. Quando reprimi i tuoi desideri, i desideri nascosti non emergono, cercano di trovare espressione in altro modo, o si canalizzano tramite altri mezzi, in questo modo la repressione dei desideri rafforza i desideri nascosti, che affiorano nei sogni, nelle visioni, o durante Pratyahar (concentrazione) e continuano a manifestarsi in diversi stadi della meditazione. Anche subito dopo il punto dell’illuminazione questi desideri nascosti continuano a manifestarsi o ad esaurirsi.

    I Sanskars sono i residui delle esperienze, proprio come i semi sono ciò che rimane dai fiori. Nella moderna psicologia i Sanskars sono conosciuti come archetipi. 
    Ora ve li spiegherò.Nel terreno esistono organismi allo stato potenziale; durante l’estate il terreno è secco e raramente l’erba riesce a crescere, ma nel momento in cui iniziano le piogge l’erba spunta dovunque. Come può accadere ? Evidentemente c’erano dei semi d’erba nel terreno. I Sanskars erano lì, e l’erba è cresciuta. In questo modo i sanskars vengono trasformati in simboli di ogni esperienza; proprio come il registratore registra ogni cosa che viene detta, e nel frattempo registra tutti i rumori di sottofondo che vengono prodotti nelle sue vicinanze, allo stesso modo c’è una cassetta di consapevolezza che scorre  continuamente nella mente umana. Questa cassetta registra ogni esperienza sensoriale di tatto, gusto, suono, forma e odore. Durante il sonno il processo di registrazione continua. Anche se si è narcotizzati, in ospedale, questo processo continua a andare avanti. Solo quando si muore e il corpo sottile lascia il corpo fisico, il registratore si ferma. Le esperienze che sono registrate vengono trasferite alla fine in un altro corpo. Dapprima si trovano a livello del corpo fisico, poi, se non sono usate vengono trasferite a livello subconscio, e se non vengono ancora usate  si spostano al corpo causale. Ogni esperienza è indelebile. Potremmo aver avuto un’esperienza insignificante, che non abbiamo neanche notato, ma che ha avuto una ripercussione nella nostra consapevolezza. Per esempio un uomo chiese a uno psicologo perché sognasse così spesso le uova, anche se non ci pensava mai durante il giorno. Alla fine lo psicologo scoprì che l’uomo percorreva giornalmente, per andare da casa al suo ufficio, una strada lungo la quale si trovava un negozio che pubblicizzava la vendita delle uova. L’uomo non aveva nulla a che fare con questo negozio, ma probabilmente il negozio si trovava all’angolo della sua percezione.Così come la telecamera accesa filma tutto quello che rientra nella sua visione, così l’uomo sognava le uova. In questo modo le esperienze vengono trasformate in Sanskars o Archetipi che vengono immagazzinati all’interno della mente. Quando si trasferiscono al corpo causale non si possono sperimentare esattamente come le avevi viste, e trovano espressione  nei sogni attraverso il simbolismo animale, la paura, o il simbolismo di morte e così via, perciò è solitamente molto difficile mettere in relazione i simboli con l’esperienza che rappresentano. Secondo la Sankhya e il Vedanta in generale, e la filosofia Yog in particolare, il Sanskar è l’ultima forma dell’esperienza umana. Tutte le azioni sono influenzate dai Sanskars. Tutto il dolore e la felicità sono dovuti ai sanskars. Inoltre è a causa dei Sankars che l’uomo è sotto l’influenza dello stato ipnotico conosciuto come Maya, o illusione. I nostri Sanskars sono così numerosi che non è possibile considerarli uno ad uno, questo è il motivo per cui nella Gita viene affermato chiaramente: “Così come il fuoco consuma la legna secca, allo stesso modo, quando sviluppi Gyan, e Consapevolezza superiore, tutte le forme e i Sanskars vengono distrutte”. Si devono distruggere tutti i propri Sanskars in una vita. Nello Yog viene detto che per consumare i Sanskars devi fermare il Vasana (desiderio nascosto), in caso contrario si continuerà ad accumularne sempre di più. I Vasanas si aggiungono ai Sanskars e per eliminarli si deve lavorare molto duramente.Non è facile.Teoricamente si può parlare molto a proposito di tutto ciò, ma fino a quando avremo dei Vasanas, come potremo eliminare i Sanskars ? Fino a quando avremo dei Sanskars, come potremo eliminare i Vasanas ? Vasanas e Sanskars si aiutano a vicenda.

    Desideri e Sanskars
    Per migliaia di anni tutti gli uomini saggi hanno pensato a questo argomento; tutti i grandi profeti e veggenti hanno cercato di liberare l’uomo da questi due “diavoli”. Hanno elaborato diversi metodi che hanno aiutato solo poche persone; non c’è stata una formula che abbia liberato le masse. Ora arriviamo ad un punto importante: non è possibile per tutte le persone superare il proprio karam, perché ognuno si trova ad un diverso stadio evolutivo. Noi possiamo apparire tutti uguali e potremmo persino pensare tutti allo stesso modo; potremmo appartenere alla stessa nazione, razza, tribù o religione, ma i nostri spiriti rimarrebbero lo stesso a livelli diversi. Abbiamo tutti un lungo viaggio davanti, e non esiste un individuo che si trovi allo stesso punto di un altro. Siamo tutti in movimento, ma non si troveranno mai due individui che camminino affiancati. Solo alla fine del viaggio sarai liberato :nessuno può raggiungere la liberazione nello stesso momento di un altro. Quello che dobbiamo fare è sublimare i desideri.I desideri nascosti devono essere canalizzati e i sanskars, o archetipi, devono essere coraggiosamente affrontati. Non possiamo cambiare il nostro destino, così dobbiamo accettarlo, sia che lo crediamo negativo, sia che lo consideriamo positivo. Se è positivo dobbiamo accettarlo con umiltà e preghiera (Mantar), se è negativo dobbiamo affrontarlo con pazienza e accettarlo come volontà di Dio. Tutto questo contribuirà a ridurre la durezza dei sanskars. Ricorda che il destino è inevitabile e tutti lo devono affrontare, santi e peccatori, coloro che hanno una famiglia e gli yoghi. La nascita è destino, la vita è destino e la morte è destino. Anche la rinascita è destino. Non è possibile uscire da questo circolo, però è possibile mantenere quello che noi chiamiamo “viveka”, cioè un’attitudine di conoscenza. Il destino negativo e il destino positivo vanno e vengono come la notte e il giorno. Il destino negativo è dolore, il destino positivo è piacere. Quando accade qualcosa di piacevole ne rimaniamo storditi; siamo come intossicati e pensiamo che l’esperienza piacevole non debba finire mai. Non ci rendiamo conto che il destino positivo è soggetto al cambiamento. Durante i periodi di destino positivo, o situazioni piacevoli, dovremmo diventare molto umili nei nostri atteggiamenti. Dovremmo anche divenire molto sensibili, perché il giorno passerà e lascerà il posto alla notte. Durante i periodi piacevoli dovremmo vivere come durante i periodi di dolore: solo allora potremmo affrontare il destino negativo. Però le cose di solito accadono in modo diverso. Nei periodi di destino negativo noi diventiamo totalmente affranti, iniziamo a maledire Dio e l’umanità, la natura e noi stessi. Diciamo: “Perché mi hai punito? Me lo meritavo? Perché Dio è così crudele? – e preghiamo sempre dicendo: “Dio, per favore fa’ che tutto questo finisca, perché non ne posso più”. Durante un periodo di destino positivo, diventiamo orgogliosi e diciamo: “Sì, ho messo in piedi questo affare. Lavorando duramente, con la giusta capacità e il buon senso, ho costruito questa bella casa con le mie mani”.


    Questa volta Dio non appare nel quadro: durante i periodi piacevoli non è mai presente.
    Invece l’ ”Io” è sempre il protagonista. Per di più, ogni volta che passiamo una fase piacevole cambiamo immediatamente. Nel giro di pochi giorni iniziamo a parlare in modo diverso, le nostre voci sono più leggere, i nostri pensieri diventano positivi e le nostre conversazioni diventano piacevolmente allegre. Dimentichiamo completamente di aver trascorso una notte oscura; perciò, per trattare con il Karam, i Sanskars e i Vasanas, dobbiamo essere molto attenti nel mantenere il corretto atteggiamento nei confronti del nostro destino.

    Yogi Gyanander