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CHE TIPO DI YOGA FACCIAMO?

    Casa yog perugia

    CHE TIPO DI YOGA FACCIAMO?

    Le domande che mi vengono poste dagli occidentali quando telefonano per informarsi sullo yoga che  insegniamo, sono le seguenti:
    “Che tipo di yoga insegna?”
    “Risvegliate la Kundalini?”
    “Insegna anche la meditazione?”
    “Insegna il Tantra?”
    “Siete vegetariani?”
    “A me interessa soltanto risvegliare la Kundalini! Lei insegna il Kundalini Yoga?”
    E moltissime altre domande di questo genere.
    Il più delle volte rimango interdetto a tal punto che le parole non riescono ad uscire dalla mia bocca e a cui non so nemmeno dare una  risposta!
    La prima cosa a cui non so come rispondere è sul fatto che esistano “tanti tipi di yoga”, mentre io ho sempre saputo che esiste una sola verità… perché Dio è uno… anche lo Yoga di conseguenza è uno.
    Quando l’universo ebbe inizio, lo Yoga fu insegnato da Shiv a sua moglie Parvati, e da Krishan ad Arjun più di 10.000 anni fa, durante la guerra descritta nel Maha-Bharat, (Ghita cap.4 vers. 1-2-3-4-5-6)

    Vers. no1
    Il signore Krishan dice:
    “Ho raccontata lo Yog al sole, il sole l’ha raccontato a suo figlio Veisvat, Veisvat l’ha esposto a Manu (Adamo per gli Ariyani), Manu l’ha raccontato a Iswakus (imperatore della Terra, antenato degli Ariyani)”. 4:1.

    Vers. no2
    Oh Arjun questa disciplina (Yog) è stata tramandata da discepoli a discepoli e imparata dagli yoghi (Raj-Rishi). Dopo lo Yog è sparito dalla Terra per un lungo periodo di tempo. 4:2.

    Vers. no3
    Tu sei il mio devoto e caro amico, per questo ho raccontato questa antica disciplina a te. Questo è il segreto dei segreti e deve essere tenuto segreto. 4:3.

    Vers. no4
    Arjun chiede: “Come posso credere che tu abbia annunciato lo Yog all’inizio del Kalp ( creazione dell’Universo), se la tua nascita è recente e il Sole è stato creato all’inizio della creazione”. 4:4

    Vers. no5
    Krishan risponde: “Oh Arjun noi siamo nati numerose altre volte, tu non ricordi le tue nascite, io si”. 4:5.

    Vers. no6
    Sono senza nascita e senza morte e sono il Signore di tutti gli esseri, io ho sottomesso la natura e tramite essa (Yog-Maya) mi manifesto.

    Questi versetti ci dicono che lo Yoga esiste da sempre. 

    Shiv raccontò a sua moglie Parvati la disciplina Yoga sulla spiaggia di un oceano. Li stava ascoltando Matsy (un pesce). Allora Shiv diede un corpo umano a Matsy facendolo diventare Matsyndernath.
    Matsyndernath insegnò questo yoga al suo discepolo Gorakhnath, che a sua volta lo insegnò a Swatmaram (autore di Hath Yog Pardipika). Maestro Gherand insegnò al suo discepolo Cianda Kapali.

    La parola Yog (gli occidentali mettono la A alla fine di ogni parola Sanskrita, perciò dicono Yoga al posto di Yog oppure Rama invece di Ram, e così via) significa unione, l’unione dell’anima individuale con Dio, questa unione è chiamata anche Samadhi.

    Ma per comprendere ciò che intendo per Yoga procediamo con ordine:
    La meditazione viene prima del Samadhi che costituisce l’ultimo gradino dello Yog, cioè il quarto stato della mente, possiamo anche dire lo stato che trascende la mente, l’estasi, si chiama beatitudine.
    Prima di poter fare la meditazione dobbiamo espandere la consapevolezza quando siamo svegli (consapevoli, attenti) mentre dormiamo e sogniamo.
    Questa espansione della consapevolezza è la sesta parte dello yoga, Dharana. la concentrazione della mente, è raro che un uomo sia costantemente consapevole, anche solo per 5 minuti su di un solo pensiero.
    Ancora prima di Dharana, vi è il Pratyahar, nella Ghita troviamo scritto: uno yoghi ritira dentro di se i suoi sensi, come la tartaruga quando è in pericolo ritira le quattro zampe e la coda nel suo guscio; cioè quando i nostri occhi sono chiusi, i messaggi dei cinque sensi sono interrotti e se vicino a noi c’è un suono forte o un profumo non lo sentiamo.
    Questo è un lavoro interiore che deve necessariamente essere fatto, ma quando proviamo ad entrare dentro troviamo una barriera, come un muro che ci impedisce di andare dall’altra parte.
    Il mezzo che ci conduce “dall’altra parte” si chiama Pranayam, poichè unisce il corpo fisico e il corpo astrale.
    Il Pranayam è la scienza del respiro, conduce il praticante ad uno stato naturale, simile a quando andiamo a dormire dove passiamo dallo stato di veglia a quello di sonno.
    Nella Bhakti Sagar (scritto da Ciarandass) un terzo del libro parla solo di questo, e cioè della scienza del respiro.
    Parla di come, attraverso le tecniche del respiro, si possa conoscere già da un anno prima l’esatta data in cui si abbandonerà il corpo fisico.
    Prima ancora del Pranayam dobbiamo perfezionare le posizioni per stabilizzare il corpo fisico. Invece gli occidentali eseguono gli esercizi in movimento, e questo non lo si trova scritto in nessun versetto né in nessun antico libro di yoga come ad sempio: Bhakti Sagar,  Bhagwat Ghita, Gherand Sanghita, Hath Yog Pardipika, Gorakh Sanghita, Shiv Sanghita e Hath Ratnawali.

    kundalini

    Prima di praticare le Asan dobbiamo imparare le pratiche di purificazione del corpo, cioè degli organi interni chiamate Shat karam, se il nostro intestino non è pulito (pulizia vuol dire svuotarlo completamente di ciò che abbiamo mangiato la sera prima), se non siamo puliti dentro, le Asan non daranno benefici e neanche vivremo bene la vita quotidiana, ci sarà frustrazione.
    Prima di tutto ciò, dobbiamo cercare un Maestro che abbia praticato sotto la guida di un Maestro perché chi impara da un maestro improvvisato, dallo Yog non avrà alcun successo ma solo malattie.
    Quali sono i maestri improvvisati ? Sono i maestri diplomati (con diplomi) e quelli che danno diplomi nello Yoga. Chi è un maestro? Il maestro non è quello che ha studiato la Ghita, le Upanishad, i Ved, il Vangelo, il Corano, il Sanscrito, il Latino, che ha una folla di discepoli e un centro spirituale (palestra), maestro non è colui che ti da al posto del Sutar-Neti un catetere di gomma o un laccio di scarpa. Il maestro è colui che ha realizzato la totalità della sua personalità, che ha sperimentato la pace e il silenzio dentro di sé, colui che ha trasceso la mente e che può darti un’esperienza di pace, non importa se sia analfabeta o che non abbia nemmeno un discepolo.
    Tutto quello di cui abbiamo appena parlato, il maestro te lo insegnerà solo se praticherai le prime due parti dello yoga  Yam e Niyam. cioè: verità, non violenza, compassione, pietà, perdono, tenerezza, carità, austerità, celibato(ma non intendo il significato della parola occidentale), ecc…
    “Tutto questo è per i più ricchi dei ricchi.”
    Ci vogliono molte vite; nel 1700 io non potevo toccare neanche la polvere dei sandali del mio maestro Ciarandass, perché ero povero e non avevo il coraggio di farlo. Oggi sono ugualmente povero, ma non voglio comunque vedere la sua manifestazione perché sono povero.

    Chi viene a casa Yog è povero, e sai perché lo è? Non parlo di quella ricchezza data dalla carta che stampa la Banca d’Italia, della carta di credito o della Ferrari, sto parlando del fatto che vogliamo ad ogni costo essere felici ma non lo siamo, perché ci arrabbiamo, ci preoccupiamo, siamo nervosi, depressi, siamo irrequieti, orgogliosi, abbiamo preconcetti, desideri, passioni, aspirazioni, frustrazioni, paura, e siamo insicuri su ogni cosa.
    Quanto poveri siamo…. Abbiamo tanto cibo ma non abbiamo fame, per via delle troppe preoccupazioni siamo arrivati al culmine!…Dio ha creato la notte e noi abbiamo inventato il letto, ma non c’è abbastanza sonno, alcuni hanno come cognome sonno ma non riescono a dormire…neanche loro!
    Alcune volte i miei amici mi fanno vedere al computer, (che non so ancora come funziona), grandi guru indiani con vestiti arancioni o bianchi, lunghe barbe, capelli e cappello, che stanno facendo fare la meditazione a ventimila persone tutte insieme, o un altro grande guru che sta facendo fare a cinquantamila persone tutte insieme gli esercizi in movimento; e ancora più grande di questo, ottantamila persone tutte insieme che fanno il rilassamento con altoparlanti, con migliaia di insegnanti di yoga.
    Nella Bhagwat Ghita, Krishan dice: “ Tra migliaia di persone una mi cercherà, tra queste migliaia che mi cercheranno uno mi troverà”.
    Abbiamo un corpo fisico, i sensi e la mente, abbiamo desideri, siamo esseri umani come tutti gli altri compreso il maestro Gyanander (noi lo chiamiamo Maestro, ma a lui piace se lo chiami anche solo Gyan), è uguale ad altri esseri, non è un puritano, né un monaco, né un prete, nemmeno gli piacerebbe esserlo, ha un un vestito e lo usa quando fa lezione di yoga, quando lavora nell’orto, quando fa il muratore, quando pulisce Casa Yog.
    Avete capito quanto povero è il maestro?
    Arrivare alla meditazione è un lavoro solo per “ricchi” (non parlo di ricchezza materiale!): serve grande sacrificio e autocontrollo, Brahmcharyie e una vita austera, il tempo a disposizione e il coraggio di voler capire maya (l’illusione), per poi rinunciarvi mentalmente non fisicamente, questo dice la Ghita…il primo libro dello yoga.

    Allora Casa Yog cosa ha di diverso?

    Casa Yog non dice che devi sconvolgere la tua vita, ne devi cambiare marito, né moglie, né casa, né lavoro, né religione, e non chiede neanche tanto tempo.
    Casa Yog offre cibo per “poveri”, non pensare al cibo come pane, sale e olio.
    Primo: Casa Yog ha un tempietto per yoghi, per Cristiani, per Buddisti, per Musulmani, per Sikh, e cosi via.
    Secondo: ti insegna un Mantar che rompe le barriere del conscio, subconscio e inconscio; puoi ripeterlo 24 ore al giorno, in qualsiasi luogo, in qualsiasi momento, come fai con il respiro dall’inizio alla fine della vita, e anche durante il sonno.

    Terza cosa che offriamo è il Kirtan, è una purificazione dei Karman e dei Sanskar (archetipi del conscio e subconscio).

    Quello che gli antichi yoghi chiamano Yog è costituito da otto scalini, lo stesso Yog che Sukdev, figlio di Vedvyias ha insegnato al mio maestro Ciarandass nel 1720 all’età di 19 anni.

     

    Che tipo di yoga è, e quali sono gli otto scalini?

    Yam e Niyam sono le prime due parti dello Yog, si tratta di venti regole di condotta che lo yoghi deve osservare.
    Le prime dieci che compongono lo Yam, regolano il comportamento sociale dello yoghi, le atre dieci del Niyam, sono regole di condotta personale.
    1.Yam : non violenza, verità, non rubare, Brahmcharyie (capacità di portare l’energia sessuale verso l’alto, verso i Ciakar superiori), perdono, forza d’animo, compassione, tenerezza, dieta moderata, purezza (Shat Karam). Shat Karam sono le pratiche di purificazione ( sono 29) alcune delle quali: bocca, lingua, gola, naso, stomaco, tutto l’intestino, organi genitali, occhi, orecchie, denti, pancia, polmoni, pelle, ecc…( si possono vedere in Yog Album scritto da Gyanander per grazia del suo maestro Ciarandass).
    2. Niyam: austerità, sapersi accontentare, fede in Dio, carità, devozione a Dio, pudore e rispetto, intelletto discriminante, Jap (Mantar), Havan (cerimonia del fuoco)
    3. Asan : quelle posizioni che si possono mantenere a lungo immobili senza dolore che ti portano velocemente al successo nella tua pratica spirituale sono chiamate Asan;
    4. Pranayam: scienza del respiro (respiriamo dall’inizio della vita fino alla morte ma non sappiamo come);
    5. Pratyahar: ritirare i sensi all’interno;
    6. Dharana: sviluppare la consapevolezza;
    7. Dhyan: meditazione (che gli occidentali dicono di conoscere molto bene)..
    8. Samadhi: estasi o beatitudine  ( a volte mi chiedono cosa c’è nel Samadhi? )
    In Samadhi  lo stato mentale non è nello stato di veglia né sonno né sogni, è oltre l’oltre (oltre i tre Guna).
    In Samadhi non c è nessuna forma, né oggetto, né soggetto, né carne, né sangue, né urina, né letame, nessuna purificazione, nessuna passione, nessuna collera, nessuna delusione, nessuna invidia, nessuna malattia, nessuna presunzione.
    Calmo è l’amato e l’indifferenziato.

    Notate bene: quando vengono unite Asan e Pranayam si chiamano Mudra.
    In Yog Album sono spiegati 33 tipi di Mudra,
    si possono saltare 3 parti e arrivare direttamente al Samadhi?
    Se porterò un bambino di un anno ad un’Università, non lo accetteranno. Ma se lo accetteranno il bambino potrà anche vivere fino a 100 anni ripetendo le parole dei professori come un pappagallo senza saperne il significato. Questa è la situazione degli occidentali, dell’India e di tutto il mondo con lo Yoga.

     

    Mi chiedono perché essere vegetariani, io chiedo perché mangiare animali?

    Per noi Yogi la parola “vegetariano” non esiste, non ha senso.
    Nella Bhagavad Ghita viene detto “chi ama tutti gli esseri viventi è l’unico che mi può conoscere”. La non violenza a la prima regola dello Yam, quindi lo Yog comincia dalla non violenza. Se voi pensate che uccidere un animale e mangiarlo non è violenza vi chiedo allora di uccidere i vostri stessi animali domestici.
    Le persone obiettano dicendo che noi mangiamo i vegetali e che anche questi hanno una vita, affrontare questo discorso si farebbe troppo lungo, allora dico non dovete potare alberi perchè hanno la vita. Se animali e vegetali sono la stessa cosa, allora potate anche i vostri animali.

     

    Yoga perugia

     

    Chi è stabile nella non violenza, non può ricevere male da nessuno, persino la morte ha paura di lui.
    Dicono che Gandhi abbia liberato l’India con la forza della non violenza, ma gli Yoghi dicono che non era completamente non violento, se fosse stato cosi la pistola di Nathu Godse non avrebbe sparato, invece Budh (quello che voi chiamate Buddha) era stabile nell’assoluta non violenza. Quando un giorno passando nella foresta un bandito volle derubarlo, il bandito alzando la spada per uccidere il Budh, che restò immobile senza paura e in pace come sempre, rimase bloccato fino a che non lasciò la spada che cadde all’indietro.
    Nella nostra cultura Vedica gli Yoghi vivevano negli YogAsharam all’interno delle foreste, e già da una certa distanza da questi luoghi gli animali feroci perdevano la loro violenza, perché gli Yoghi erano stabilizzati completamente nella non violenza. Bharat giocava con leopardi, ghepardi, tigri e leoni nell’Asharam di suo nonno Kav.
    Se pensate che gli animali non soffrano quando muoiono allora uccideteli voi stessi, ricordate ogni essere vuole la vita come voi volete la vostra, hanno anima ed emozioni, vogliono più amore che cibo e tra esseri umani nessuno va contro natura.                                  

    Jay  Ciarandass Jay  Sukdev