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Yoga in Occidente

    Insegnamenti di un Maestro indiano,
    Yogi Gyanander.

    Gli Yoga Sutra

    Yoga in occidente

    Un argomento su cui in occidente si fa molta confusione e su cui si può addirittura ottenere un diploma è il Patanjal Yog-darshan, l’opera dello yoghi Patanjial.
    Nella sua opera si parla di otto scalini dello Yoga detti Astang Yog.
    Astang vuol dire otto.
    Questi otto scalini sono: Yam, Niyam, Asan, Pranayam, Pratyhar, Dharana (concentrazione), Dhyan (meditazione) e Samadhi (estasi).

    Patanjial non fa qualcosa di nuovo suddividendo lo Yoga in otto scalini, l’unica differenza, anche giusta, è che non indica lo Shat-Karam come parte del Niyam e i Mudra come parte del Pranayam. In questo suo libro egli scrive a proposito delle Asana:

    Sthir Sukh Asanam 2:46
    Quella posizione che si può mantenere a lungo, immobili senza dolore, che ti porta velocemente al successo nelle tue pratiche è chiamata Asana.

    La controversia sta proprio su questo versetto poiché in occidente è noto esercizio chiamato Suriya Namaskar o Saluto del Sole dove non vengono insegnate le posizioni di Yoga ma dei semplici esercizi ginnici.
    Gli esercizi ginnici non fanno parte dello Yog poichè producono una dispersione dell’energia e danneggiano il corpo. Ciò che si fa in occidente con il nome di Patanjial è proprio contro lo Yoga perché sia nell’opera di Patanjial che in qualsiasi altro libro di Yoga non esiste un solo versetto che parla di posizioni di Yoga fatte di movimento.

    Esistono persino dei diplomi di Yoga e chi li dà o chi li riceve crede di insegnare la strada del Sé. Questa è non conoscenza, lo Yoga inizia proprio quando non c’è questo desiderio.

    Credersi ciò che in realtà non si è può considerarsi un disturbo psicologico capace di bloccare la crescita spirituale di un individuo anche per tutta la vita.

    Un altro tipico blocco spirituale riguarda le persone fortemente religiose, che per paura sfuggono la loro vera natura umana, reprimendo desideri subconsci e la loro vera personalità.
    In questi ultimi anni in occidente abbiamo visto nascere alcune “dottrine” o, potremmo dire, alcune pseudo-scienze dell’alimentazione che hanno creato e continueranno a creare una grande confusione in tutti coloro che si avvicinano ad esse in modo ingenuo ed impreparato. Mi riferisco in particolare alla “macrobiotica” ed a certe altre cucina “vegetariane” che spesso vengono indicate come “regimi alimentari da associare allo Yoga”.
    Il verità le diete consigliate da queste pseudo-scienze sono assolutamente contrarie alle indicazioni dei testi sacri sui quali si fonda lo Yoga.
    Coloro che si sono affidati ad esse hanno spesso peggiorato o addirittura rovinato la salute e la psiche.
    Le cucine di cui sopra hanno creato principalmente due tipi di problemi: a livello fisico la costipazione intestinale e a livello psichico la repressione degli impulsi. Questi due problemi sono alla base di tutte le attuali malattie.
    Nella cucina macrobiotica sono aboliti molti cibi che, pur essendo tipici della nostra terra, della nostra cultura e del nostro gusto, vengono additati come tossici e nocivi. Tutto ciò crea solo confusione e repressione degli impulsi tanto è vero che spesso chi è vittima di tali costrizioni alimentari pensa ossessivamente al cibo, di giorno e di notte il cibo è il suo incubo.
    Ed è un incubo anche per coloro che vendono tali prodotti.
    Si aggiunga a ciò l’abuso commerciale perpetrato da coloro che, in nome della macrobiotica, vendono prodotti a prezzi elevatissimi.
    Tanto più ridicoli quelli che dicendosi “vegetariani” si concedono un piatto di pesce e arrivano a sostenere che la loro è una dieta adatta allo Yoga.

    Non sanno costoro che il pesce rapidamente va in putrefazione diventando più maleodorante di qualunque altro alimento?
    Non sanno che nello Yoga è vietata la violenza e il nutrirsi di cadaveri?
    Per lo Yoga la frutta è alla base dell’alimentazione, quella stessa frutta vietata in certe diete.
    A mio avviso colui che mangia secondo lo stile macrobiotico potrebbe ammalarsi presto, sia nel corpo che nella mente. Tra le altre numerose mode occidentali bisogna annoverare anche la cosiddetta “cucina ayurvedica”. Essa in realtà è priva di fondamento perchè non esiste una cucina ayurvedica ma soltanto una medicina ayurvedica.

    Molti giovani che vanno in India per assumere droghe, e pensano di staccarsi dal mondo esteriore paralizzando in questo modo la mente.
    Per loro questa è una forma di meditazione.
    Fare la meditazione non significa né bloccare la mente né sfuggire da sé stessi e dal mondo.

    Solo quando tutti i Sanskar, che gli scienziati chiamano archetipi, trasformati da Karam (le azioni belle e brutte di questa ed altre vite) saranno distrutti nel tuo Cit (subconscio), solo allora si può parlare di meditazione. E non basta una vita per fare meditazione e svegliare la Kundalini.
    Quando la Kundalini si sveglia si diventa uno Yogheswar, uno yoghi superiore. Si diventa giovani, si è in grado di conoscere il passato, il presente e il futuro, si diventa il vero imperatore tra gli imperatori, si possiedono tutti i poteri divini (Siddhi) e si possono comandare i cinque elementi che compongono la natura (etere, aria, fuoco, terra e acqua).

    Chi ha risvegliato la Kundalini beve il nettare dell’immortalità, può levitare nell’aria, acquista la chiaroveggenza e non morirà nemmeno durante la grande inondazione.

    La sua gloria è indescrivibile.

    Non si può riuscire a svegliare la Kundalini senza aver attraversato tutti i gradini che compongono lo Yog che sono : Yam, Niyam, Shat-Karam, Asan, Pranayam, Mudra, Meditazione e Tantar.

    ” Il desiderio è come un cappio al collo
    i cui effetti sono rovesciati.

    Chi infatti ad esso è legato corre sempre senza posa,

    e chi ne è sciolto se ne sta fermo e tranquillo
    in perfetta pace “.